Descrizione
Stop the time!
Objects saved in resin they will remember in the year 6.000
Nel 2011, dopo il terribile terremoto del Giappone avvenuto l’11 marzo, Giorgio Gost inizia il ciclo “Stop the time” oggetti salvati nella capsula del tempo che verranno ricordati nell’anno 6.000. Ecco quindi che l’artista applica sulla tela oggetti di uso comune (bottigliette d’acqua, riviste, computer, componenti elettronici, scatolette di carne, cibo, medicinali, francobolli, monete e accessori d’auto) così da poterli salvare per i posteri e per i prossimi millenni.
Dopo qualche anno, nascono anche gli “After” oggetti e concetti che verranno ricordati nell’anno 6000 anche se gli originali non esisteranno più.
Per Gost, l’Arte contemporanea, è il posto dove essere protagonista della propria “ realtà percettiva”, all’inizio della carriera coincide con la scoperta del colore, attualmente con l’utilizzo di nuove legno e resine. Le opere presenti sul sito, tramite la vetrificazione con resina, sono “oggetti salvati nella capsula del tempo che verranno ricordati nell’anno 6.000“
BIANCOSCURO Art Magazine ha dedicato a Giorgio Gost la copertina del numero di aprile-maggio 2014
Le opere di Giorgio Gost sono esposte presso diversi enti, musei e istituzioni. Le sue opere sono state esposte presso importanti fiere e mostre mercato di Monte-Carlo, Innsbruck, Venezia, Pavia, Milano, Padova, Cremona, Genova, Parma, Reggio Emilia e Forlì. Da sottolineare la partecipazione alla Biennale di Venezia del 2011, curata da Vittorio Sgarbi.
Solo con le parole di Alessandro Celli possiamo raccontare al meglio questa nuova filosofia creativa del talentuoso Gost: “Stop The Time! inizia nell’anno 2011 con il devastante terremoto del Giappone ed è un modo per salvare le cose che ci stanno intorno e che usiamo ogni giorno, per i prossimi millenni (confezionate e piene di liquidi o solidi come li beviamo o li mangiamo). È inoltre un’occasione per ricordare alle persone di cominciare dall’arte un percorso che possa “rallentare” un po’ l’arte, i mercati borsistici con la finanza in generale, e tutte le azioni intorno a noi, con il fine di dare al nostro cervello più tempo per pensare ed evitare errori causati dalla fretta e dal poco tempo per prendere decisioni. Di solito non diamo importanza alle cose semplici di uso quotidiano che l’artista salva su tela con la sua tecnica, ma queste potrebbero rivelarsi fondamentali per noi in possibili momenti futuri, quali per esempio il verificarsi di forti eventi naturali. Durante le continue scosse del 2012 in Emilia, Giorgio Gost posiziona nei lati più sicuri dei luoghi in cui vive carne in scatola e bottigliette d’acqua salvate con uno scudo di resina, per poterne eventualmente usufruire in caso di necessità, battendo semplicemente a terra l’angolo della resina per staccarlo dalla tela. Era un esperimento filosofico, ma anche pratico, il suo. Giorgio Gost ha superato una visione semplicistica di questi adattamenti che possono essere ritenuti biologici ed istintivi, per avventurarsi un una concettualità che va oltre l’istinto.”
“Ho da tempo sostenuto con forza che Gost è un
innovatore o semplicemente un attento lettore della nostra
contemporaneità. Sempre sarcastico e critico.
In questo nuovo ciclo l’Artista ci sottopone ad un’altra
riflessione, quella della carta stampata.
Riflessione non più su un fatto compiuto e su beni di
consumo che hanno ceduto il passo a tecnologie più
avanzate, bensì alla possibilità che ciò possa accadere.
Da un catalogo di casa d’asta ad una rivista, fino ad un
libro, potrebbero essere tutti sostituiti e la conservazione
di Giorgio Gost è finalizzata a tale riflessione, con
l’auspicio di rileggerli nell’anno seimila, ma temo che la
datazione si potrebbe anche anticipare.
E cosa rimane oggi dell’arte contemporanea se un Artista
non trasmette messaggi volti ad aprire riflessioni?
L’essenza della sua arte rimane l’idea ed il concetto che
precede l’opera.
Giorgio Gost continua, a distanza di anni, a
sorprendermi.”
Ale Artebrixia