Descrizione
Domenico Morabito
Domenico Morabito nasce a Catania il 15 Settembre del 1976. Nel 1995 si diploma in Scultura all’Istituto Statale d’Arte di Catania (CT), nel 2001 consegue la Laurea in Scuola di Scultura presso l’Accademia di Belle Arti con il massimo dei voti e, nel 2007, consegue l’Abilitazione in discipline plastiche come docente, nella menzionata Accademia. Sin dall’inizio dei suoi anni studenteschi, si fa notare per la sua arcaicizzante plasticità, nel 1996 è presente alla collettiva d’arte presso la VILLA GENTILE CUSA a Catania, curata dal Prof. Vitaldo Conte.
Nel 1999 collabora alla realizzazione dell’opera del “CERO” di Arnaldo Pomodoro e, nello stesso anno, rappresenta la Scuola di Scultura dell’Accademia di Belle Arti di Catania presso il “neonato” centro expo delle Ciminiere di Catania. L’artista Antonio Brancato scrisse di lui : … “Nella sua ricerca, egli simboleggia, con ironia, con un linguaggio arcaicizzante, uno stato di allucinante potenza interiore, a volte trattenuta a volte più esplicita. Una esemplarità plastica; la sua, non priva di agganci, pur nella sua originalità, alla migliore scultura espressionista di questo secolo.”
Nel 1999 partecipa al X SIMPOSIO INTERNAZIONALE NANTOPIETRA, con l’opera STELE MILLENARIA per il Giubileo del 2000, installata presso la Valle dei Poeti nella Riviera Berica.
Sempre nello stesso anno, si trova a Portici, mostra concorso per il monumento storico ad “Alessandro Monteleone”, con menzioni della giuria con la presidenza del Prof. Gillo Dorfles. Infine partecipa al “1° Itinerario d’arte” presso l’ “Ex Ospizio” a Misterbianco (CT).
Nell’aprile del 2000, presso il Palazzo di Città di Acireale (CT), presenta la sua personale di scultura “FORMANIMA” e, nello stesso periodo, partecipa al 1°Simposio di Scultura a Reggio Calabria (RC).
Nel 2001 esegue l’installazione scultorea “Gioco-Vita-Sogno” presso il Monastero dei Benedettini a Catania.
Nel novembre del 2003 è presente al XXI Premio Firenze presso il Palazzo Vecchio Salone dei Cinquecento con l’opera “ACQUA”.
Nel 2010 viene invitato dalla Fondazione Calleri, per un esposizione itinerante su tutta la regione Sicilia, con l’installazione scultorea “THE CANDLE ’S” ,per la sensibilizzazione del diritto civile contro ogni forma di violenza.
Nel 2014 partecipa al 1°Simposio Internazionale di Scultura in pietra lavica a Belpasso, con l’opera “ IO ESISTO. TU ESISTI.”
Nel marzo 2015 partecipa alla mostra concorso “KAIROS” a Noto, presso lo storico Palazzo ex Convitto Ragusa.
Con l’opera “A Red Line was Dafne” è presente presso la collezione privata della sez. distaccata d’arte contemporanea del Museo Bellomo a Siracusa. Tra le varie esposizioni si annoverano performance e happening, anche come autore e compositore musicale. Ad oggi, vive e opera a Belpasso (CT).
Inevitabile soffermarsi su queste opere/creature pensando che si tratti semplicemente di surreali nudi femminili. Volendo collocarle in un quadro contemporaneo è facile definirle come “opere aperte”, che interagiscono con lo spettatore spingendo il suo sguardo oltre l’apparenza
e captandone percezioni superiori, tra le quali il bisogno insito nella natura umana di dar voce al proprio ideale di bellezza che, per quanto legato
ad un’accezione classica che colloca questa “apparente” figura femminile all’interno di una sezione aurea, ne trasmette anche una lettura in chiave unicamente contemporanea, astratta, in perfetto equilibrio tra forma, materia, colore, spazio; invenzione e memoria, rappresentazione simbolica dei pensieri e dei desideri dell’Artista. La complessità di ogni groviglio, di ogni nodo, cattura tensioni formalmente senza scopo, impeti e nostalgie laceranti, catene e legami spezzanti, contrasti e contraddizioni, caratteristiche tipicamente insite nella psiche femminile che sprigionano oltre ogni delimitato confine un’immensa forza ed energia mista a virilità propria, invece, della psiche maschile. Da qui, in contrapposizione a ciò che la Genesi descrive in relazione al mito della creazione, è di sicuro l’uomo che, in queste opere, viene plasmato dal corpo della donna e nn viceversa. Questa dualità dei sessi apparentemente contrapposta, si fonde e attraverso l’amore, genera una rinascita, una nuova forma, una fonte di vita, in un continuo divenire nel flusso di molteplici esistenze. La qualità della forma di queste opere è rafforzata dal colore bianco, mezzo di intercessione che ha un suo contenuto interiore. Il bianco come essenza del suono comunica un assoluto silenzio, un silenzio non muto, che racchiude positività e negatività, realizzazione estrema di totalità, fusione di tutti i colori e al tempo stesso incolore, simbolo di una muta vacuità piena di significato e pertanto sensibile ad ogni “violazione/violenza”.
Rossel Ventana.